domenica 18 agosto 2013

LA STRAGE DI VERGAROLLLA



Il 18 agosto 1946 a Pola ,la spiaggia di Vergarolla fù luogo di un'attentato terroristico in cui morirono più di 100 persone di cui solo 64 identificate.
In quel periodo, mentre il resto dell'Istria era controllato dai titini, Pola era l'unica città dell'Istria amministrata dagli inglesi e quindi  in attesa degli esiti della Conferenza di Pace di Parigi ,Pola godeva di una relativa tranquillità non essendo sottoposta alle angherie slave che già avevano fatto scappare una parte degli istriani.
In questo contesto si colloca l'attentato ,Tito non poteva permettere che il capolugo dell'Istria,abitato quasi esclusivamente da italiani , non subisse la repressione in atto nel resto della regione e incaricò l'OZNA ,la polizia segreta jugoslava,di infiltrarsi anche a Pola.
Il giorno dell'esplosione sulla spiaggia si stava svolgendo la competizione sportiva detta “Coppa Scarioni”,era organizzata dalla società nautica Pietas Julia,attiva dal 1886 in campo sia sportivo che patriottico e fin dall'inizio osteggiata dagli austriaci e dai loro tirapiedi slavi .
Quindi oltre che per il numero di morti prodotti, questa strage ebbe una forte valenza simbolica e colpi la cittadinanza polesana dritto al cuore e ai funerali cui partecipò tutta la città si cominciò a percepire l'altra tragedia che stava per avvenire : l'esodo .
L'ospedale cittadino divenne il luogo principale della raccolta dei feriti: nell'opera di assistenza medica si distinse in particolar modo il dottor Geppino Micheletti, che nonostante avesse perso nell'esplosione i figli Carlo e Renzo, di 9 e 6 anni, per più di 24 ore consecutive non lasciò il suo posto di lavoro
La strage fù considerata per molti anni un incidente teoria subito scartata dalle autorità locali ,in quanto sulla spiaggia erano si presenti mine belliche che però erano state accuratamente disinnescate e il Capitano Raiola affermò che, senza il collegamento di un nuovo innesco, l'esplosione sarebbe stata impossibile e anche ammettendo un errore umano, pare assai strano che la deflagrazione sia avvenuta proprio in una giornata simile, dopo che le mine erano rimaste inerti ed abbandonate per tanti mesi .
Le indagini inglesi ma anche italiane appureranno sin da subito il coinvolgimento dell'ozna nell'attentato ma nessuno ne fece mai menzione nè in Italia nè in Inghilterra in quanto alla Conferenza di Parigi ,con il benestare del governo italiano,avevano già deciso di cedere tutta l'Istria allo stato Jugoslavo e infisciandone del tanto acclamato principio di autodeterminazione dei popoli decisero che quelle terre andavano consegnate alla minoranza della popolazione che oltretutto si era macchiata di crimini di ogni tipo.
Il resto è storia alla firma del Trattato di pace un ultimo sussulto dell'Istria italiana arrivò da Maria Pasquinelli che giustiziò W. De Winton il comandante della guarnigione britannica di Pola come gesto di ribbellione a quell'ingiusto trattato ma dopo questo fatto  comincio l'esodo anche da Pola e 28.000 abitanti su 31.000 lasciarono la città nel giro di poche settimane portandosi via anche le spoglie di Nazario Sauro,Giovanni Grion e altri patrioti istriani.
Da parecchi anni, presso il cippo a lato del Duomo di Pola, la ricorrenza viene celebrata dalla locale rappresentanza dei “rimasti” (Comunità degli Italiani di Pola) assieme ad una delegazione di esuli (Libero Comune di Pola e Circolo Istria), che però non trova l'approvazione di tutti gli esuli che in contrasto con i "rimasti" preferiscono trovarsi a Trieste, presso il cippo di San Giusto.
La cosa triste è che ancora una volta noi italiani non riusciamo ad essere uniti nemmeno di fronte a una simile tragedia forse,e questo vale non solo in questo caso, sarebbe ora di mettere da parte rancori e personalismi  e ricominciare a sentirci popolo le divisioni non faranno alto che portarci sempre più verso il baratro.

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale

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