giovedì 12 settembre 2013

L'Impresa di Fiume

Il 12 settembre 1919 il comandante Gabriele D'Annunzio ,Vate della Patria, alla testa di 2600 volontari entra nella città di Fiume e ne proclama l'annessione al Regno d'Italia.
A guerra finita nella Conferenza di pace di Parigi all'Italia furono negate le concessioni promesse nel patto di Londra, il presidente americano Woodrow Wilson .dopo che il suo Paese aveva partecipato alla guerra per meno di un anno non avendo dato nessun contributo tangibile alla vittoria finale oltre ad esser salito sul carro dei vincitori pretendeva pure di esserne la massima autorità, fù lui uno dei maggiori oppositori alle pretese italiane in Venezia-Giulia e Dalmazia e i rappresentanti italiani a Parigi ,Vittorio Emanuele Orlando e Sydney Sonnino ,per incompeteza o collusione furono incapaci di far rispettare i trattati.
In questo contesto con l'opinione pubblica indignata cominciò a predere piede l'idea che la guerra fosse stata inutile e D'Annunzio coniò la famosa "Vittoria Mutilata" e dide vita all'Impresa.
D'Annuzio fù aspramente criticato dalle autorità italiane di contro però ebbe l'approvazione di tutto il popolo italiano che si riconosceva nell'azione del Vate e se ne fregava se l'autorità era contraria perchè nessuna autorità può opporsi al volere del popolo e questo gli italiani di allora lo sapevano bene persino il ramo Aosta della famiglia reale,in pieno contrasto col re, si recò a Fiume in quel periodo e negli ultimi giorni anche Antonio Gramsci difese il Vate e i suoi legionari.
Tutti sappiamo come fini l'Impresa di Fiume : D'Annunzio rifiutò ogni trattato che non prevedeva l'annessione all'Italia e alla fine il 24 dicembre 1920 il Regio esercito su ordine di Giovanni Giolitti bombardò ripetutamente la città di Fiume e la costrinse alla resa ,era nato lo Stato libero di Fiume.
La conquista della città durò poco, ma il suo valore simbolico fu rilevantissimo e non passerà molto tempo prima che la volontà dei Fiumani e degli italiani sia rispettata ;l'annessione all'Italia avverrà nel 1924.
D'Annunzio prese con la forza ciò che ci spettava di diritto ; oggi molti italiani hanno persino paura di usare la legge per rivendicare i propri diritti, è ora di smetterla di lamentarsi e di cominciare a lottare.
Chi non ha il coraggio di ribellarsi non ha il diritto di lamentarsi, la libertà và conquistata non verrà nessuno a regalarcela e se mai qualcuno volesse veramente venire a casa nostra per portarci libertà  e democrazia (di nuovo) allora sarà veramente arrivato il momento di avere paura e dovremo impugnare le armi per cacciare il nuovo "liberatore".

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale




domenica 8 settembre 2013

Il giorno della vergogna

“L'8 settembre, al comunicato di Badoglio, piansi. Piansi e non ho mai più pianto.
E adesso, oggi, domani, potranno esserci i comunisti, potranno mandarmi in Siberia, potranno fucilare metà degli italiani, non piangerò più. Perché quello che c'era da soffrire per ciò che l'Italia avrebbe vissuto come suo avvenire, io l'ho sofferto allora. Quel giorno io ho visto il dramma che cominciava per questa nostra disgraziata nazione che non aveva più amici, non aveva più alleati, non aveva più l'onore ed era additata al disprezzo di tutto il mondo per essere incapace di battersi anche nella situazione avversa. Non ci si batte solo quando tutto va bene"     Junio Valerio Borghese


Sono passati settant'anni dal 8 settembre 1943  il giorno in cui il Capo di Stato e il Capo del Governo decisero di abbandonare i propri soldati e i propri cittadini in balìa di stranieri assetati di sangue,il nostro sangue.
I nostri carnefici  nel 1943 furono americani, inglesi , francesi e le loro truppe marocchine,gli slavi di Tito,i russi e i tedeschi tutti lasciati liberi di agire indisturbati a compiere ogni tipo di angherie sul territorio italiano mentre tutti i membri di Governo e Stato Maggiore scappavano come conigli al sud senza disturbarsi neanche di difendere la capitale e consegnando tutti i poteri e tutte le forze armate al barbaro invasore.
Oggi i nostri carnefici sono meno ben definiti ma di fatto non sono mai cambiati ; tutti i nostri politici e uomini di Stato  seduti sulle loro comode e ben remunerate poltrone hanno continuato a permettere a potenze straniere di fare il bello e il cattivo tempo a casa nostra.
Fortunatamente sin da subito c'è stata un'Italia che si è ribbellata all'infamia ,un'Italia che ha detto NO!!
Quell'Italia fù sconfitta militarmente nel 1945 dopo di allora rarissimi sono stati i casi di politici e uomini di Stato che provarono  fare realmente gli interessi della nazione e dei suoi cittadini,quei pochi temerari ( Mattei, Moro,Craxi per fare qualche esempio) sono stati uno ad uno eliminati;
fisicamente o giuridicamente.
Pezzo dopo pezzo in questi settant'anni i camerieri delle banche hanno smontato e distrutto tutto ciò che fù costruito e  ottenuto in cento anni di Risorgimento e in 80 di unità nazionale e dopo tante vite sacrificate all'altare della Patria noi italiani ci ritroviamo nuovamente divisi e sotto dominazione straniera come dopo la caduta di Napoleone.
Le ferite create quel giorno non sono mai state curate si è sempre preferito amputare e questo a tolto alla nostra nazione tutti i suoi sostegni e le sue certezze!!
Ricordiamoci da dove veniamo e cosa eravamo prima dell'8 settembre e potremo tornare a guardare al futuro con fiducia e speranza.
Viva l'Italia!!
Viva gli italiani!!!
Viva i combattenti della Repubblica Sociale Italiana !!!!
Per l'onore d'Italia !!!

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale


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giovedì 5 settembre 2013

Cavallo Pazzo

Il 5 settembre 1877 veniva assassinato Cavallo Pazzo ,nativo americano condottiero della tribù Sioux degli Oglala Lakota.
Figlio di uno sciamano della tribù Oglala Lakota, veniva chiamato anche ricciuto, a causa dei suoi capelli particolarmente ricci e chiari, caratteristica rara negli indiani.
Da bambino, riuscì a sopravvivere alla distruzione del suo villaggio ad opera dei soldati federali, guidati dal generale George Crook, soprannominato dagli indiani Volpe Grigia e che per tutta la vita sarà un suo acerrimo nemico. Esperienza traumatica che accentuò in lui un enorme odio verso i federali e un’incessante attività per la resistenza allo sterminio del suo popolo. 
Il grido di guerra di Cavallo Pazzo era Hoka Hey! È un buon giorno per morire! e le sue immense doti carismatiche e di guerriero, gli valsero la nomina di grande capo guerriero dai capi tribù Toro Seduto e Nuvola Rossa.
La sua consacrazione arriverà il 25 giugno 1876 durante la battaglia di Little Bighorn dove alla testa delle tribù Lakota Sioux,Cheyenne e Arapaho scofisse e sterminò l'armata del generale George Armstrong Custer.
Purtroppo Little Bighorn si rivelò una vittoria di Pirro e poco più di un anno dopo Cavallo Pazzo e altri 900 componenti della sua tribù furono costretti ad arrendersi e a consegnarsi al comandante Clark di Fort Robinson, ma non appena entrato nel forte,il soldato semplice William Gentiles lo colpì alla schiena con una baionetta, uccidendolo.
Anche lui come molti altri patrioti ed eroi venne vigliaccamente ucciso; quel simbolo della nazione indiana che non si rassegnava al dominio dell'invasore straniero andava eliminato e stessa sorte subiranno altri capi indiani scomodi come Toro Seduto e numerosi massacri dovranno ancora subire gli indiani prima di deporre definitivamente le armi ormai sconfitti a assimilati al popolo americano.
L'ultimo atto di ribbellione fù durante la seconda guerra mondiale quando le truppe indiane arrulate forzatamente nell'esercito americano e comandate da Standing Bull, discendente di Toro Seduto,disertarono per arruolarsi nelle Waffen SS; tale unità di guerrieri pellerossa incorporati nelle SS furono impiegati durante l’offensiva delle Ardenne ed essi andavano alla ricerca soprattutto di scalpi degli americani fatti prigionieri. Poi furono impiegati nella battaglia di Berlino contro i sovietici. Solo 30 pellerossa sopravvivranno a tale battaglia, incluso Chief Standing Bull che fu anche un testimone delle nozze tra Eva Braun e Hitler in quegli ultimi caotici giorni del Terzo Reich.
I 30 pellerossa rimpatriarono negli USA e nel 1947 furono giudicati da una corte marziale militare per tradimento. Solo nel 1995 saranno perdonati dal presidente Clinton un perdono mai chiesto nè voluto soprattutto prechè non avevano nulla da farsi perdonare.
Come disse Cavallo Pazzo:
“Noi non abbiamo chiesto a voi uomini bianchi di venire qui. Il Grande Spirito ci diede questa terra perché ne facessimo la nostra casa. Voi avevate la vostra. Non abbiamo interferito con voi. Il Grande Spirito ci affidò un grande territorio per viverci, e bufali, cervi, antilopi e altri animali. Ma voi siete arrivati; state rubando la mia terra, state uccidendo la nostra selvaggina rendendoci difficile la sopravvivenza. Ora ci dite di lavorare per mantenerci, ma il Grande Spirito non ci creò per faticare, bensì per vivere di caccia. Voi uomini bianchi siete liberi di lavorare, se volete. Noi non vi ostacoliamo, e ancora chiedete perché non ci civilizziamo. Non vogliamo la vostra civiltà! Vogliamo vivere come i nostri padri e come i padri dei nostri padri.”

Un popolo fiero e coraggioso distrutto dall'immigrazione e soprattutto dalle divisioni interne senza le quali gli invasori mai avrebbero avuto la meglio ed ora costretto a elemosinare sussidi o peggio a rinnegare le sue origini all'interno di lussuosi casinò e tanti saluti a Cavallo Pazzo,Toro Seduto e molti altri fieri capi indiani ultimi simboli di una nazione che non c'è più.
Speriamo che la loro scomparsa serva da monito ai popoli europei il cui destino rischia di essere simile.

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale

mercoledì 4 settembre 2013

La fine di un Impero

Il 4 settemre 476 d.C. l'Impero Romano d'Occidente già di fatto dissolto cessa definitivamente di esistere ; l'ultimo Imperatore romano Romolo Augusto viene deposto dal generale barbaro Odoacre che si auto-proclama re d'Italia. Questa data segna la fine del mondo antico e l'inizio di una lunga agonia dell'Italia sotto le dominazioni barbariche.
La culla della nostra civiltà era caduta in mano straniera : questa è la fine che fanno tutte le società i cui cittadini perdono senso civico, cominciano a sentirsi dei privilegiati e pretendono diritti senza doveri, lasciando ad altri la tutela della società.
Nell'Antica Roma l'inizio della fine fù l'ingresso dei barbari nei centri di potere ; il primo pilastro a cadere fù l'esercito in quanto gli ufficiali non romani ritenevano troppo dura la disciplina all'interno di esso mentre fù proprio la disciplina mantenuta anche nei momenti più critici a permettere all'esercito romano di vincere battaglie che sembravano impossibili.
L'esercito fù la breccia che permise ai barbari di infiltrarsi nella società civile e con l'aiuto di politici compiacenti iniziarono la loro lenta ma inesorabile opera di distruzione dello Stato Romano.
Chi non si occupa di politica e società è destinato ad esser governato da inetti e come diceva Platone :
 
"...quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l'ha costruita e c'è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine, c'è da meravigliarsi che l'arbitrio si estenda a tutto, e che dappertutto nasca l'anarchia e penetri nelle dimore private e perfino nelle stalle?
Così muore la democrazia: per abuso di se stessa. E prima che nel sangue, nel ridicolo."

Così finì Roma Antica e così finira l'Italia se gli italiani non si decideranno a riprendere in  mano le sorti della nostra Patria. 
Non facciamo l'errore dei nostri antenati non lasciamo ad altri ciò che noi abbiamo costruito con tanta fatica ,liberiamoci dei camerieri delle banche (politici) e di tutte le organizzazioni intergovernative e sovranazionali che ci stanno strangolando ,ma badate bene solo noi popolo possiamo farlo non possiamo aspettare il messia che lo faccia al posto nostro dovremo ricominciare a sacrificarci per la nostra terra e per i nostri figli altrimenti il vero potere continuerà a sacrificarci sull'altare del dio denaro.

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale


lunedì 2 settembre 2013

Rivolta di Reggio Calabria

Il 2 settembre 1847 Domenico Romeo alla testa di 500 volontari occupò Reggio Calabria.
La rivolta contro i borboni progettata da Romeo sarebbe dovuta scoppiare contemporaneamente in Basilicata,Calabria e Sicilia ma solo in Calabria i rivoltosi seppero unire le forze ed ebbero unità d'intenti e partendo dal paese di Santo Stefano sull'Aspromonte instaurarono la  "Giunta provvisoria di governo" presieuta dal sacerdote Paolo Pellicano, raro esempio di clericale patriota.
A causa delle mancate insurrezioni nelle altre regioni, questa insurrezione verrà ben presto repressa duramente dall'esercito borbonico e la testa di Domenico Romeo fu esposta nel cortile delle carceri di San Francesco, per due giorni, quale monito per i tanti rivoltosi ivi detenuti.
Ma come avrebbe detto Giulio Cesare  "Il dado era tratto " le guerre napoleoniche avevano riacceso gli animi degli italiani; le prime  le rivolte scoppiate in tutta Italia negli anni successivi furono domate senza far particcolari danni allo status quo  ma a Reggio Calabria in quel settembre scoppio l'incendio risorgimentale e nessuno è più riuscito a spegnerlo.
La Rivoluzione del 1848 sarebbe partita proprio dalla Sicilia per poi espandersi in tutta la Patria,con buona pace dei Neo-Borbonici che al pari dei loro colleghi leghisti non accettano o ignorano la realtà dei fatti : gli italiani ,TUTTI ,erano stanchi degli oppressori stranieri fossero essi spagnoli,austriaci oppure pontifici e quelli che si schierarono con l'oppressore non erano altro che degni eredi di Fabrizio Maramaldo, vigliacci al sevizio del potere desiderosi solo di mantenere i loro privilegi.

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale