sabato 21 dicembre 2013

Repubblica di San Marco

In questi giorni la protesta del Coordinamento 9 dicembre sembra andare in calando, dico sembra perchè in realtà i presidi sono ancora tutti attivi ma i media di regime cercano di nasconderlo ,la protesta continua ed è giusto che sia così !
C'è una cosa però che mi preoccupa e cioè la deriva leghista che stanno prendendo i coordinatori .
Improvvisamente hanno smesso di voler salvare l'Italia e cominciano a parlare di Veneto indipendente ,quindi ho deciso di dare alcune informazioni storiche riguardo a quel perido storico di cui i venetisti omettono di parlare cercando di essere il più sintetico possibile.
17 marzo anno domini 1848
Dopo la rivoluzione siciliana di gennaio , prima ancora di Milano (le famose 5 giornate) la popolazione di Venezia insorse contro l'invasore austriaco cacciandolo dalla città.
La prima azione dei rivoltosi fù liberare dal carcere i Patrioti Daniele Manin e Niccolò Tommaseo che pochi giorni dopo formeranno un governo provvisorio . La Repubblica adotterà il Tricolore con il leone di San Marco come bandiera ed entrerà in guerra assieme al Regno di Sardegna . in luglio il parlamento veneziano deciderà l'annessione allo stato piemontese riconoscendo Carlo Alberto di Savoia come Re.
Le sorti della guerra furono sfavorevoli ai Savoia ma le città non nè vollero sapere di far rientrare gli austriaci e vennero tutte assediate e furono tutte ben presto costrette alla resa,  tutte tranne Roma e Venezia che resistettero ad oltranza anche perchè in queste città erano accorsi soldati di TUTTA la penisola. Con questo proclama Manin chiamò a raccolta gli italiani:

A Venezia in particolare vi erano due contingenti napoletani uno di 2500 uomini comandato dal colonnello Ulloa a difesa di Forte Marghera e uno di 2000 effettivi comandato dal generale Pepe a difesa della città.
Dopo la resa di Roma il 4 luglio 1949, Venezia rimase l'ultimo Tricolore a sventolare sul suolo italico e si arrese solo dopo aver esaurito viveri ,munizioni e anche dopo lo scoppio di un'epidemia di colera.
I veneziani di allora avevano ancora vivo il ricordo della Serenissima eppure lottarono per l'Italia non per se stessi poichè erano ben consci che l'italianità era da sempre dentro di loro e dentro a tutti gli altri abitanti della penisola e nel momento del bisogno quest'unione spirituale che legava tutti gli italiani è sempre venuta fuori , era successo nell'epoca dei comuni, nelle guerre napoleoniche e nel 1848 era giunto il momento di dare uno Stato ad un popolo che ,contrariamente a quello che dicono leghisti e neo-borbonici, era sempre stato unito magari diverso,eterogeneo ma unito  e quindi italiani che state giorno e notte nei presidi non fatevi ingannare  i nostri avi hanno combattuto e sono morti per ridarci una Patria liberandola dallo straniero e anche oggi  il nemico è sempre lo straniero non l'Italiano .
Se abbiamo dei traditori, li processeremo ma non dobbiamo svendere l'Italia alla finanza speculativa dell'Unione Europea per colpa di due traditori ,perchè lo straniero farà ciò che ha sempre fatto: sfruttare le nostre risorse sottomettendo la popolazione civile.
L'Italia è la nostra Patria e il Veneto ne è parte integrante non c'è Italia senza Veneto ,non c'è Veneto senza Italia.

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale


giovedì 19 dicembre 2013

L'Impresa di Alessandria

Il 19  dicembre 1941 sei marinai della Decima Flottiglia Mas a bordo di tre Siluri a Lenta Corsa meglio noti come "Maiali" dopo aver fatto  irruzione nel porto di Alessandria d'Egitto affondarono 2 corazzate una petroliera e un cacciatorpediniere riportando un schiacciante vittoria contro la Royal Navy e dimostrando al mondo interno le capacità e l'efficenza della nostra Marina.
La Decima sotto il comando di Junio Valerio Borghese contrariamente al resto della Marina ottenne numerosi successi durante la guerra e questo si deve oltre che alle capacità di marinai e comandante soprattutto alla sua quasi indipendenza dalle alte sfere che rese difficile lo spionaggio e il tradimento che invece subirono gli altri marinai infatti è noto che fino al 1942 ,specialmente dopo questa impresa, la Regia Marina aveva la possibilità di spazzar via dal mediterraneo la marina inglese poichè a parità di tecnologia era numericamente molto superiore se non ci riuscì non fù per impreparazione o incapacità di marinai e ufficiali ,come invece scrive la propaganda anti-fascista, ma perchè le alte sfere della Marina avevano già deciso di perdere la guerra e avendo in mano il miglior corpo d'armata italiano ciò non fù certo difficile.
Il tradimento è dimostrato anche dalla velocità con cui la Marina si consegnò al nemico e anche lì si distinse la Decima unico corpo della Marina a rifiutarsi di cedere le armi al nemico e con il suo comandante Junio Valerio Borghese negli ultimi due anni di guerra dimostrerà di che pasta sono fatti gli italiani riportando un po' di onore in una Patria che lo aveva quasi del tutto perso ed è solo grazie a loro e a tutti gli altri combattenti della Republica Sociale se noi italiani possiamo ancora guardarci allo specchio.
DECIMA MARINAI!!! DECIMA COMANDANTE!!!!

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale

sabato 7 dicembre 2013

I Martiri di Belfiore

Il 7 dicembre 1852 a  Mantova nel quartiere di Belfiore vennero impiccati i patrioti don Enrico Tazzoli, Angelo Scarsellini, Carlo Poma, Bernardo De Canal e Giovanni Zambelli.
Dopo la fucilazione di don Giovanni Grioli il 5 novembre 1851,queste furono le prime di una lunga serie di condanne a morte per impiccagione irrogate dal governatore generale del  Lombardo-Veneto, Josef Radetzky. Esse rappresentarono il culmine della repressione asburgica e mostrarono il vero volto degli austriaci facendo fallire sul nascere ogni politica di riappacificazione tentata dall'Impiccatore Francesco Giuseppe.
La tortura e il martirio dei patrioti di Belfiore ebbe un altro importante risultato quello si svelare la vera natura dello Stato Pontificio cioè quella di atroce nemico del genere umano e dell'Italia in particolare poichè mentre il vescovo di Mantova monsignor Giovanni Corti dopo essersi rifiutato di sconsacrare  tutti i preti arrestati dagli austriaci fù poi  costretto a farlo da un ordine diretto di papa Pio IX che ,come dimostrato durante la prima guerra d'indipendenza, si dimostrò un ottimo alleato  dell'Impero Austro-Ungarico e brutale oppressore del popolo italiano e,fedele solo al suo potere e alle sue ricchezze , non protestò nemmeno quando per somma ingiuria, e con gran dispetto alla pietà cristiana, il governo austriaco vietò il seppellimento degli impiccati in terra consacrata.
Le ultime condanne contro i restanti cospiratori furono comminate nel marzo del 1853 .Prima Tito Speri,Carlo Montanari e don Grazioli,  furono condannati a morte e impiccati a Belfiore il 3 marzo 1853,poi toccò a Pietro Frattini, impiccato il 19 marzo ma le esecuzioni terminarono solamente due anni dopo,quando il 4 luglio '55, venne impiccato Pier Fortunato Calvi poco oltre il ponte di San Giorgio.
Questa è la pace e la prosperità che l'austria diede agli italiani solo morte ,miseria e persecuzione e coloro che vorrebbero un ritorno dell'Austria nel triveneto o sono ignoranti oppure sono dei vili traditori che rifiutano di assumersi delle responsabilità preferendo di delegarle ad un occupatore straniero che farebbe solo gli interessi della sua gente.
Per chi invece esalta ancora papa Pio IX e lo Stato Pontificio rispondo con una citazione:
"Solo in stato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi ad un discendente di Torquemada" Giuseppe Garibaldi

Riposate in pace martiri di Belfiore gli italiani degni di tale appellativo non vi dimenticheranno e vi saranno sempre grati per il vostro sacrificio.

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale

giovedì 5 dicembre 2013

Che l'inse ?

Il 5 dicembre 1746 a Genova Giovan Battista Perasso detto Balilla lanciò un sasso contro le truppe dell'esercito asburgico dando inizio alla rivolta popolare che porterà alla liberazione della città dagli austriaci.
Da settembre la città era sottoposta ad un pesante giogo e le truppe austriache sotto il comando del mercenario Antoniotto Botta Adorno ,che aveva forti motivi di rivalsa verso la libera Repubblica genovese, spadroneggiavano indisturbati ma la loro arroganza superò il limite quando pretesero di essere aiutati ad estrarre dal fango un pezzo d'artiglieria .
Ed è qui che entra in gioco il Balilla ,la tensione era alle stelle e il ragazzino prese il sasso e prima di lanciarlo gridò "che l'inse?" ( che in questo caso può essere tradotto con "La comincio?" ovvero "Volete che cominci [la zuffa? Eccovi accontentati!]" ) e questa fù la scintilla che fece insorgere la popolazione e nel giro di cinque giorni il presuntuoso Botta Adorno dopo aver promesso :"Ai genovesi lascerò solo gli occhi per piangere" fù costretto a lasciare la città per non farvi più ritorno esattamente come il padre.

L'Italia in questi ultimi anni vive una situazione molto simile a quella di Genova del 1746 oggi i connazionali al servizio dello straniero non si chiamano Botta Adorno ma Letta, Monti,Renzi,Tosi ,Bersani e Berlusconi ma la loro arroganza e quella dei loro padroni non è molto diversa da allora pensano di poter fare tutto senza subirne le conseguenze ,beh io vi dico cari i miei mercenari in giacca e cravatta, il popolo italiano è lo stesso che insorse a Genova nel 1746 o a Milano nel 1848 e ora gli italiani sono al limite della sopportazione ,"Il dado è tratto"  anche voi avete superato il limite e presto o tardi arriverà un altro Balilla a infiammare gli animi ed allora finalmente pagherete le conseguenze delle vostre azioni.

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale



martedì 3 dicembre 2013

Bir El Gobi

Tra il 3 e il 7 dicembre 1941 ebbe luogo la Battaglia di Bir El Gobi combattuta dalle truppe del Commonwealth contro quelle italiane del Reggimento Volontari Giovani Fascisti e di alcuni reparti di Bersaglieri.
Gli inglesi dopo aver subito una schiacciante sconfitta ad opera della Divisione Corazzata "Ariete" a fine novembre tentò nuovamente di  aggirare le forze dell'Asse per intrappolarle e liberare quindi le loro truppe a Tobruk.
Nonostante una spropositata superiorità numerica di soldati ed armamenti,l'esercito di Sua Maestà Britannica composto dalla 11^Brigata Indiana con tre Battaglioni di fanteria e due Reggimenti di artiglieria dal 2° Battaglione Cameron scozzese e dagli squadroni di carri armati dell'8° Royal Tanks venne respinto per tre giorni consecutivi dagli italiani armati solo di moschetti, bombe a mano, cannoncini da 47/32 , mortani da 81, gli italiani resistettero fino all'arrivo della Divisione "Ariete" e dei panzer tedeschi che decretarono la sconfitta dell'esercito britannico liberando il presidio e ponendo fine alla battaglia.
Questa battaglia fù il battesimo del fuoco per i Giovani Fascisti che come tutti i soldati italiani  dimostreranno il loro valore durante tutta la guerra, fino all'ultimo giorno della Repubblica Sociale non accettando mai di mettersi al servizio del nemico anche a costo della loro vita. 
La Repubblica Italiana si è presto dimenticata di quei giovani che servirono la loro Patria e probabilmente senza lo sforzo del comandante Fulvio Balisti ,che continuò a tener uniti i suoi ragazzi anche dopo la guerra, il Reggimento Volontari Giovani Fascisti sarebbe stato completamente dimenticato invece a distanza di oltre 70 anni gli ultimi reduci continuano a incontrarsi alla "Piccola Caprera" il casolare che il comandante donò loro in eredità e divulgano alle nuove generazioni gli ideali per i quali hanno combattuto ,perchè anche loro capiscano come si ama e come si serve la nostra Patria.
Mi ricordo una frase di Armando Diaz sui ragazzi del'99: "Li ho visti i ragazzi del '99, andavano in prima linea cantando. Li ho visti tornare in esigua schiera, cantavano ancora ! "


Oggi Mussolini direbbe :
" Li ho visti i Volontari Giovani Fascisti ,andavano in prima linea cantando. Li ho visti tornare in esigua schiera, cantavano ancora !"

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale


domenica 1 dicembre 2013

Gondar : l'ultimo Tricolore dell'Africa Orientale

Il 30 novembre 1941 le truppe italiane di stanza Gondar si arrendevano all'Impero Britannico; così cadeva l'ultimo presidio italiano in Africa Orientale.
Nel maggio 1941 l'africa orientale era stata quasi completamente conquistata dagli inglesi e le truppe italiane sfuggite alla cattura ripiegarono nella regione dell'Amhara ed al comando del generale Guglielmo Nasi organizzarono una resistenza ad oltranza.
In aiuto del Regio Esercito ci fu la popolazione indigena che oltre a combattere gli inglesi fianco a fianco con le Camice Nere, fornirono anche i viveri necessari al sostentamento delle truppe ; poprio uno strano atteggiamento quello degli africani: aiutare quei perfidi fascisti che da anni li opprimevano violentemente!
Stà di fatto che l'impero britannico ci mise 7 lunghi mesi per avere la meglio sugli italiani che si arresero solo dopo aver esaurito acqua,viveri e munizioni.
Nel maggio del '36 gli italiani avevano promesso al Duce che avrebbero difeso l'Impero in ogni modo e contro qualunque nemico e mantennero tale promessa ma le truppe coloniali , che potevano non sentirsi legate a tale giuramento non furono certo da meno e combatterono come gli altri soldati oltre ogni limite possibile e immaginabile per difendere quell'Impero di cui si sentivano cittadini e non sudditi.
Purtroppo vennero sconfitti e come il Congresso di Vienna del 1815 ,anche l'Inghilterra ripristinò i vecchi sovrani d'Africa che continueranno per anni a massacrare i propri popoli per obbedire agli interessi di altri Stati ; d'altronde come noi oggi sappiamo bene è questa la libertà di cui parlano le democrazie ciò che conta è il libero mercato ma un mondo libero è un 'altra cosa.

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale