sabato 22 marzo 2014

Mastro Titta : il boia del Vaticano

Il 22 marzo 1796 Giovanni Battista Bugatti detto Mastro Titta compie la sua prima esecuzione capitale.
Bugatti, noto anche come "er Boja de Roma" ,fu un famoso esecutore di sentenze capitali per conto dello Stato Pontificio ; nei suoi 68 anni di servizio ha torturato e giustiziato 516 uomini.
I giustiziati nella maggior parte dei casi erano colpevoli di omicidi ma numerose furono le condanne anche per reati minori come furto e rapina fù inoltre l'esecutore di numerosi patrioti della Repubblica Romana tra cui Romolo Salvatori di Cisterna oppure Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti uccisi dal suo successore sotto la sua supervisione.
Ma aldilà delle motivazioni delle condanne ciò che impressiona è la brutalità delle esecuzione che prevedevano : squartamento,amputazione degli arti,scannamento e dopo l'impiccagione o decapitazione in alcuni casi si procedeva a bruciare il cadavere.
E' vero che all'epoca di Mastro Titta queste pratiche non erano del tutto sparite ma sorprende che tale brutalità avvenne nello Stato della Chiesa Cattolica e che tali procedure finirono solo quando lo Stato Pontificio cessò di esistere ;evidentemente la Chiesa si era fermata ai tempi della Santa inquisizione.
Quindi mi viene da ridere quando sento gente che mette in discussione i patrioti romani e le azioni di Garibaldi  per porre fine a quello Stato dispotico e sanguinario, il potere temporale della Chiesa doveva finire in modo che essa ricominciasse ad occuparsi della diffusione della dottrina cattolica ovviamente ciò avvenne solo in parte perchè Papa Pio IX e i suoi successori non accettarono mai la fine del loro potere e anche quando furono firmati i Patti Lateranensi con i quali si raggiungenva un compromesso tra Stato e Chiesa, il mondo ecclesiastico continuò a comportarsi come uno stormo di avvoltoi, fermi ma in attesa dell'indebolimento della preda in questo caso lo Stato italiano.
Ad oggi non si vedono cambiamenti rilevanti nell'azione della Chiesa se non in peggio e a distanza di oltre cento anni le parole di Garibaldi suonano quanto mai profetiche:
"Io dichiaro, che trovandomi in piena ragione oggi, non voglio accettare, in nessun tempo, il ministero odioso, disprezzevole e scellerato d'un prete , che considero atroce nemico del genere umano e dell'Italia in particolare. E che solo in stato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi ad un discendente di Torquemada"

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale

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