martedì 11 febbraio 2014

Beffa di Buccari

                                                             Canzone del Carnaro

Nella notte tra il 10 e l'11 febbraio 1918 i Mas della Regia Marina violarono i sistemi di sicurezza austroungarici e attaccarono la flotta nemica di stanza nella Baia di Buccari .
La squadra comandata dal capitano di fregata Costanzo Ciano della quale facevano parte anche Luigi Rizzo e Gabriele D'Annunzio portò a termine una delle imprese più gloriose e audaci della storia delle nostre forze armate inoltre con la Beffa di Buccari avevamo finalmente vendicato la sconfitta nella battaglia di Lissa del 1866.
Alle 22.00 del 10 febbraio, i tre M.A.S. iniziarono il loro pericoloso trasferimento dalla zona compresa tra l'isola di Cherso e la costa istriana sino alla baia di Buccari dove, sostavano unità nemiche sia mercantili sia militari.
L'audacia dell'impresa trova ragione di essere nel percorso di 50 miglia tra le maglie della difesa costiera nemica, anche se l'attacco non riuscì, dato che i siluri lanciati dalle 3 motosiluranti si impigliarono nelle reti che erano a protezione dei piroscafi alla fonda. Le unità italiane riuscirono successivamente a riguadagnare il largo tra l'incredulità dei posti di vedetta austriaci che non credettero possibile che unità italiane fossero entrate fino in fondo al porto, e che non reagirono con le armi ritenendo dovesse trattarsi di naviglio austriaco.
Dal punto di vista propriamente operativo, emerse un elemento importante dalla scorreria dei M.A.S. a Buccari: le facili smagliature ed il mancato coordinamento del sistema di vigilanza costiero austriaco che finiva per prestare il fianco all'intraprendenza dei marinai italiani sempre più audaci.
L'impresa di Buccari ebbe poi una grande risonanza, in una guerra in cui gli aspetti psicologici cominciavano ad avere un preciso rilievo, anche per la partecipazione diretta di Gabriele D'Annunzio, che abilmente orchestrò i risvolti propagandistici dell'azione e che lascio in mare davanti alla costa nemica, tre bottiglie ornate di nastri tricolori recanti un satirico messaggio così concepito:
"In onta alla cautissima Flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d'Italia, che si ridono d'ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre ad osare l'inosabile. E un buon compagno, ben noto, il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro, è venuto con loro a beffarsi della taglia".
Questa è l'Italia e questi sono i veri italiani gente che grazie ad intraprendenza, abilità e audacia è sempre stata in grado di colmare la disparità di forze con il nemico o l'avversario, purtroppo noi ci siamo dimenticati tutto questo ma quelle stesse capacità di Ciano, Rizzo e D'Annunzio sono ancora dentro di noi e stà solo a noi farle riemergere i nostri politici in 70 anni di finta democrazia ci hanno addormentato ed è giunta l'ora di risvegliarsi.

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale


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