martedì 15 luglio 2014

Andrea Graziani : l'eroe bardolinese dimenticato da tutti

Il 15 luglio 1864 a Bardolino nacque il Generale Andrea Graziani .
Entrato giovanissimo nel Regio Esercito divenne sottotenente a soli 18 anni e  nel 1887 partecipò alla campagna d'Eritrea per poi passare nel 1904  alla Scuola di Guerra.
Durante il terremoto di Reggio Calabria e Messina del 1908 si distinse nel richiedere ed organizzare i soccorsi prestando opera instancabile con abnegazione e fermezza ed ebbe ,per il suo operato,un encomio speciale , la medaglia d’oro di benemerenza e gli venne conferita la cittadinanza onoraria dalla città di Messina.
Nel 1915 al 15° bersaglieri col grado di colonnello ,comandò le brigate Jonio e Venezia in Valsugana e durante la Strafexpedition austriaca del maggio-giugno 1916,l’eroico Generale fù chiamato ad assumere il Comando della 44^ Divisione .
Per la sua coraggiosa intelligente attività e iniziativa,la Valsugana dal Civaron al torrente Maso, rimase in nostro sicuro possesso. Leggendarie sono anche le gesta dell 44^ Divisione che tenne saldamente il Pasubio resistendo indomita ai violenti e reiterati attacchi nemici. L’aggressività della 44^ Divisione, sotto il Comando dell’ intrepido Graziani, era singolarmente temuta dagli austriaci e la motivazione della Medaglia d’Argento concessagli conferma l’eroismo di questo grande Comandante che si guadagnò la fama di “eroe del Pasubio”.
L'11 aprile 1918 il ministero della Guerra lo incarica di costituire un corpo di cecoslovacchi combattenti in Italia, costoro inizieranno la costruzione della strada sul Baldo "la strada per Praga" la chiamarono poi  rinominata "Strada Graziani" che sarà completata a guerra finita.
 Durante tutta la guerra fù instancabile e si distinse sempre per intelligenza sprezzzo del pericolo e fù sempre in prima linea con le sue truppe ,per le sue azioni gli fù conferita una medaglia d’argento al valor militare e gli fù concesso l’ Ordine Militare di Savoia .
Nel dopoguerra venne l’ondata demagogica della campagna contro la guerra e contro Graziani, che veniva additato al popolo come un carnefice, ma il Generale non volle difendersi. Aveva compiuto gloriosamente il suo dovere durante gli anni della Guerra, ne compiva un altro durissimo chiudendosi nell’intimo della sua pura coscienza e con serena semplicità ;di fronte al dovere non conosceva transazioni, né debolezze, né pietà. Ma non deviò mai di un palmo dalla via della giustizia, né commise arbitrii e crudeltà. Se in guerra dové punire il reo o il vile lo fece piegando il suo animo buono e dolce ad una ferrea concezione del dovere.
Aderì al fascismo e fù a capo della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale per le province di Trento, Vicenza, Verona e Belluno e questa "colpa" mai gli verrà perdonata nel secondo dopoguerra.
Fù il promotore di numerose opere pubbliche: oltre alla «sua» strada sul Baldo, fu un grande sostenitore , del canale Biffis tra la val d'Adige e il Baldo-Garda , iniziato nel 1928 e finito nel 1943 a causa della crisi del '29.
Si schierò con gli agrari nelle grandi opere di bonifica, presiederà il consorzio Utenti acque medio Adige e rimboschirà colline e montagne veronesi.
Graziani fù trovato morto il 27 febbraio 1931 in circostanze poco chiare, lungo la linea ferroviaria Prato-Firenze, le indagini non portarono a nessun sospettato e a nessun movente per il presunto omicidio e quindi la sua caduta dal treno seppur molto sospetta fù archiviata come incidente.
Oggi questo grande generale è stato relegato nel dimenticatoio insieme a molti altri eroi e martiri che tanto hanno dato alla Patria Italia , nel 1945 a Bardolino ,suo paese natale,il monumento del generale è stato divelto e gettato nel lago dai coraggiosi partigiani ed ora il suo busto giace in un magazzino comunale a prendere la polvere mentre invece la Strada Graziani, importante collegamento per tutto il Baldo , è chiusa da 4 anni e dopo che numerosi appelli dei cittadini sono rimasti inascoltati adesso anche grazie alla nostra azione nel comune di Ferrara di Monte Baldo sembra che sia il Comune ,che sopratutto Provincia e Regione (maggiori responsabili)  si stiano ricordando di questa strada.
Per quanto riguarda il busto,sò che la situazione è già stata fatta presente da altri bardolinesi comunque, il sottoscritto ha già consegnato al protocollo del Comune di Bardolino una lettera che invita l'amministrazione a dare un'adeguata sistemazione a un bene storico di tale importanza, sperando di smuovere qualcosa in vista del centenario della Grande Guerra.
Riposa in pace Generale ci sono ancora italiani che non vogliono dimenticare i fedeli servitori della Patria come sei stato tu.

Generale Graziani
PRESENTE!!!!

Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale

4 commenti:

  1. Ma quale eroe, Graziani era un demente criminale fucilatore, un vigliacco assassino che fece trucidare un alpino perché l'aveva salutato con la pipa in bocca. Fecero bene i partigiani a gettare nel lago il monumento, qualunque monumento a questo lurido verme è un insulto alla decenza, bisognerebbe gettarci anche il busto. Sempre bello pensare che nel '31 questo schifo d'uomo abbia incontrato qualche suo ex soldato, che abbia fatto giustizia gettandolo dal treno in corsa: peccato solo non poterne avere la certezza.

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  2. Dì vecchio porco, ti sei divertito quando su quel treno i tuoi ex soldati t'hanno fatto provare l'ebbrezza del volo! Giustiziato come Cantore! Viva gli ammutinati e i disertori, unici eroi della Grande Guerra!

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  3. Pensare che sia stato ucciso dai suoi ex soldati è ridicolo a distanza di tutti quegli anni. Facile dare del criminale ad un uomo che dopo Caporetto oltre ad avere ordini precisi aveva anche sulle spalle il destino di tutte le popolazioni del triveneto e probabilmente dell'Italia intera. E vero in alcuni casi ha esagerato dando anche di matto,ma durante i combattimenti era sempre al fianco dei suoi soldati e non nelle retrovie come i suoi colleghi ma solo lui viene considerato criminale evidentemente perchè non aveva le amicizie di Badoglio tanto per fare un nome. Aveva metodi molto duri ma che fosse odiato dai suoi soldati è un'invenzione propagandistica di questa repubblichetta senza considerare che in Cecoslovacchia era considerato eroe nazionale e alla sua morte fu dichiarato lutto nazionale . Pepito i soldati che invece fecero il loro dovere fino in fondo erano dei menteccatti vero? Non dico che ammutinati e disertori erano tutti dei traditori ma la tua affermazione è ridicola e irrispettosa . Vi risparmio tutto il bene che fece in tempo di pace non sareste in grado di apprezzarlo

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  4. Abito in Riviera del Brenta e spesso passo a Noventa Padovana dove c'è una lapide che ricorda il fante Attilio Ruffini di anni 24, prima bastonato e poi fatto fucilare per futili motivi da questo "salvatore della patria"(sic) Sono anche un insegnante e spesso accompagno gli studenti ad onorare la memoria di questo povero giovane, vittima innocente di questo lugubre che offende e non onora la patria.

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