Il 29 gennaio 1873 a Madrid nacque Luigi Amedeo Giuseppe Maria Ferdinando Francesco di Savoia-Aosta, duca degli Abruzzi esploratore,alpinista e ammiraglio italiano.
E' internazionalmente celebre per le sue spedizioni: nel 1897 la prima ascensione del Monte Saint Elias in Alaska; la spedizione al Polo Nord del 1900 dove raggiunse la latitudine Nord più avanzata dell'epoca; nel 1906 l'esplorazione del Ruwenzori in africa e l'ascesa delle sue cime maggiori; la spedizione nel Karakorum nel 1909 con il fallito tentativo di ascesa del K2 dove però gli verrà dedicata una via del versante pakistano il famoso Sperone degli Abruzzi e bettè il record mondiale di altitudinedell'epoca.
Allo scoppio della prima guerra mondiale diviene comandante in capo delle Forze Navali Riunite la cui Nave Ammiraglia era la Conte di Cavour in marina si distinse nell'organizzazione dell'evacuazione di 185.000 profughi civili e militari serbi ma ebbe subito problemi in quanto gli stati alleati, contrariamente a quelle che erano le intenzioni del Duca, volevano che la Regia Marina si limitasse ad azioni difensive purtroppo lo stato maggiore della marina come sempre si è dimostrato servo fedele degli inglesi e rimosse il Duca dal suo incarico e relegando la miglior marina del mondo a semplice riserva. Nel 1918 venne promosso ad ammiraglio ma deluso da queste vicende deciderà di passare gli ultimi anni della sua vita in Somalia in un villaggio che oggi porta il suo nome .
Un grande uomo, un grande italiano che ebbe la sola sfortuna di nascere nel ramo giusto dei Savoia peccato che il ramo giusto non abbia mai regnato in Italia.
Ammiraglio Luigi Amedeo di Savoia-Aosta
PRESENTE !!!
Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale
mercoledì 29 gennaio 2014
lunedì 27 gennaio 2014
Fiume Italiana
Il 27 gennaio 1924 venne firmato il Trattato di Roma che sanciva definitivamente l'annessione di Fiume all'Italia.
Il governo italiano ,presieduto da Benito Mussolini aveva concluso l'opera inziata con la prima guerra mondiale e finalmente i sacrifici dei combattenti della Grande Guerra e dei legionari fiumani di D'Annunzio erano stati ricompensati : Fiume era Italiana !!!
Alla fine della prima guerra mondiale alla conferenza di pace di Parigi i rappresentanti italiani non seppero far valere le giuste rivendicazioni italiane, previste dal Patto di Londra ,ma non rispettate dagli alleati e soprattutto dalla prepotenza americana.
L'Italia ricevette solo l'Istria mentre Fiume e Dalmazia subirono una sorte diversa e quindi cominciò a diffondersi in Italia il malcontento per la "Vittoria Mutilata" e Gabriele D'Annunzio a capo di 2.600 legionari marciò su Fiume proclamandone l'annessione al Regno d'Italia.
I legionari furono oggetto di molte minacce da parte del governo italiano ma furono tutte spedite al mittente, il che portò all'assedio della città da parte dell'esercito italiano.
I legionari di D'Annunzio riusciranno però a resistere per oltre un anno grazie anche ai finanziamenti raccolti in Italia da Benito Mussolini, ma quando il 12 novembre 1920 il governo Giolitti firmò il Trattato di Rapallo che istituiva lo Stato Libero di Fiume, D'Annunzio rifiutò di lasciare la città che il 24 dicembre dello stesso anno venne bombardata dal Regio Esercito uccidendo 50 uomini e costringendo il Vate alla resa.
Oggi a distanza di 90 anni le cose non sono cambiate; il governo italiano sà essere severo e ligio alle regole solo con i suoi cittadini ed è sempre disposto a massacrarli per assecondare le volontà di altri stati che da sempre hanno ostacolato e spesso insidiato l'esistenza del popolo italiano.
Finchè non ci saremo liberati di questi mercenari al servizio dello straniero l'Italia non potrà tornare ad occupare il ruolo di potenza che le spetta e che ha sempre occupato.
Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale
Il governo italiano ,presieduto da Benito Mussolini aveva concluso l'opera inziata con la prima guerra mondiale e finalmente i sacrifici dei combattenti della Grande Guerra e dei legionari fiumani di D'Annunzio erano stati ricompensati : Fiume era Italiana !!!
Alla fine della prima guerra mondiale alla conferenza di pace di Parigi i rappresentanti italiani non seppero far valere le giuste rivendicazioni italiane, previste dal Patto di Londra ,ma non rispettate dagli alleati e soprattutto dalla prepotenza americana.
L'Italia ricevette solo l'Istria mentre Fiume e Dalmazia subirono una sorte diversa e quindi cominciò a diffondersi in Italia il malcontento per la "Vittoria Mutilata" e Gabriele D'Annunzio a capo di 2.600 legionari marciò su Fiume proclamandone l'annessione al Regno d'Italia.
I legionari furono oggetto di molte minacce da parte del governo italiano ma furono tutte spedite al mittente, il che portò all'assedio della città da parte dell'esercito italiano.
I legionari di D'Annunzio riusciranno però a resistere per oltre un anno grazie anche ai finanziamenti raccolti in Italia da Benito Mussolini, ma quando il 12 novembre 1920 il governo Giolitti firmò il Trattato di Rapallo che istituiva lo Stato Libero di Fiume, D'Annunzio rifiutò di lasciare la città che il 24 dicembre dello stesso anno venne bombardata dal Regio Esercito uccidendo 50 uomini e costringendo il Vate alla resa.
Oggi a distanza di 90 anni le cose non sono cambiate; il governo italiano sà essere severo e ligio alle regole solo con i suoi cittadini ed è sempre disposto a massacrarli per assecondare le volontà di altri stati che da sempre hanno ostacolato e spesso insidiato l'esistenza del popolo italiano.
Finchè non ci saremo liberati di questi mercenari al servizio dello straniero l'Italia non potrà tornare ad occupare il ruolo di potenza che le spetta e che ha sempre occupato.
Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale
Nikolajewka
"Tutti i vivi all'assalto"
Il 26 ennaio 1943 fù combattuto uno dei più importanti scontri tra le forze dell'Asse in ripiegamento e l'Armata Rossa : la Battaglia di Nikolajewka.
Le sorti della guerra cominciavano a volgere a sfavore dell'Asse, infatti dopo 2 anni di continui successi , italiani e tedeschi subirono una pesante sconfitta in nord Africa nella Battaglia di El-Alamein e anche la Battaglia di Stalingrado stava ormai per concludersi con la vittoria russa.
Le truppe alleate della Germania ,dopo esser state derubate dei pochi camion a disposizione furono lasciate a crepare per permettere ai tedeschi di coprirsi la ritirata.
Le truppe italiane furono le uniche a non gettare le armi e gli alpini della "Tridentina" si ritrovarono a dover difendere anche gli sbandati che avevano al seguito : l'obbiettivo era uscire dalla sacca del Don per evitare l'annientamento .
Nella mattina del 26 gennaio le truppe italiane furono bombardate dall'aviazione russa, più tardi la divisione Tridentina comandata dal generale Luigi Reverberi attaccò il villaggio di Nikolajewka.
Inferiori di numero e contro un nemico maggiormente dotato di armi pesanti ed artiglieria gli alpini italiani furono a un passo dalla capitolazione ,quando il loro comandante al grido "TRIDENTINA AVANTI" salì sull' unico carro armato a disposizione guidando l'assalto alle linee nemiche ,riusciendo ad aprirsi un varco e rompere quindi l'accerchiamento raggiungendo Shebekino il 31 gennaio 1943 località al di fuori della "tenaglia" russa.
Le perdite italiane furono altissime ma a dispetto di ogni previsione e contro la volontà di nemici ed alleati NOI ce l'avevamo fatta; abbiamo guardato in faccia la morte ma essa non ci aveva vinti.
Nessun altro ce l'avebbe fatta solo noi potevamo riuscire in una simile impresa, i russi avevano già conosciuto il valore degli italiani nella Battaglia di Malojaroslavets nel 1812 ma dopo Nikolajewka il valore degli italiani non verrà più scordato in terra di Russia.
Il bollettino di guerra russo n. 630 dell`8 febbraio 1943, affermava: "... il Corpo d`Armata alpino italiano è l'unico che può ritenersi imbattuto in terra di Russia ".
Nel 1944 i Russi entrarono in Polonia e in un campo di concentramento trovarono il generale Reverberi.
Il comandante di un'armata russa lo mandò a chiamare.
"E' lei " disse "il comandante della famosa Tridentina?"
"Si generale .Perchè?"
"E' stata l'unica divisione del settore centro-sud che ci è sfuggita.Volevo conoscere il comandante". "No" rettificò Reverberi "non vi è sfuggita.E' l'unica che non siete riusciti a battere".
....l'unica che non siete riusciti a battere.
Medaglia d'oro al valor militare
Molti politici e scrittori ,soprattutto a sinistra , hanno voluto strumentalizzare e pontificare sulla tragica ritirata di Russia per quanto mi riguarda a me interessano solo i fatti e i fatti sono che gli italiani anche in Russia hanno stupito il mondo e fatto il loro dovere fino all'ultimo e dimostrandosi molto più coraggiosi e leali dei loro alleati teutonici .
Tutto il mondo si ricorda del tradimento italiano dell'8 settembre '43 ma forse sarebbe ora che qualcuno si ricordi di tutti i tradimenti che abbiamo subito noi italiani ,ma se continueremo la nostra guerra tra bande non sarà certo dallo straniero che otterremo il giusto riconoscimento per i nostri meriti.
Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale
Il 26 ennaio 1943 fù combattuto uno dei più importanti scontri tra le forze dell'Asse in ripiegamento e l'Armata Rossa : la Battaglia di Nikolajewka.
Le sorti della guerra cominciavano a volgere a sfavore dell'Asse, infatti dopo 2 anni di continui successi , italiani e tedeschi subirono una pesante sconfitta in nord Africa nella Battaglia di El-Alamein e anche la Battaglia di Stalingrado stava ormai per concludersi con la vittoria russa.
Le truppe alleate della Germania ,dopo esser state derubate dei pochi camion a disposizione furono lasciate a crepare per permettere ai tedeschi di coprirsi la ritirata.
Le truppe italiane furono le uniche a non gettare le armi e gli alpini della "Tridentina" si ritrovarono a dover difendere anche gli sbandati che avevano al seguito : l'obbiettivo era uscire dalla sacca del Don per evitare l'annientamento .
Nella mattina del 26 gennaio le truppe italiane furono bombardate dall'aviazione russa, più tardi la divisione Tridentina comandata dal generale Luigi Reverberi attaccò il villaggio di Nikolajewka.
Inferiori di numero e contro un nemico maggiormente dotato di armi pesanti ed artiglieria gli alpini italiani furono a un passo dalla capitolazione ,quando il loro comandante al grido "TRIDENTINA AVANTI" salì sull' unico carro armato a disposizione guidando l'assalto alle linee nemiche ,riusciendo ad aprirsi un varco e rompere quindi l'accerchiamento raggiungendo Shebekino il 31 gennaio 1943 località al di fuori della "tenaglia" russa.
Le perdite italiane furono altissime ma a dispetto di ogni previsione e contro la volontà di nemici ed alleati NOI ce l'avevamo fatta; abbiamo guardato in faccia la morte ma essa non ci aveva vinti.
Nessun altro ce l'avebbe fatta solo noi potevamo riuscire in una simile impresa, i russi avevano già conosciuto il valore degli italiani nella Battaglia di Malojaroslavets nel 1812 ma dopo Nikolajewka il valore degli italiani non verrà più scordato in terra di Russia.
Il bollettino di guerra russo n. 630 dell`8 febbraio 1943, affermava: "... il Corpo d`Armata alpino italiano è l'unico che può ritenersi imbattuto in terra di Russia ".
Nel 1944 i Russi entrarono in Polonia e in un campo di concentramento trovarono il generale Reverberi.
Il comandante di un'armata russa lo mandò a chiamare.
"E' lei " disse "il comandante della famosa Tridentina?"
"Si generale .Perchè?"
"E' stata l'unica divisione del settore centro-sud che ci è sfuggita.Volevo conoscere il comandante". "No" rettificò Reverberi "non vi è sfuggita.E' l'unica che non siete riusciti a battere".
....l'unica che non siete riusciti a battere.
Medaglia d'oro al valor militare
«Comandante della Tridentina ha preparato, forgiato e guidato sagaciamente in Russia con la mente e con l'esempio i suoi reggimenti che vi guadagnarono a riconoscimento del comune eroismo medaglia d'oro al Valor Militare. Nel tragico ripiegamento del Don, dopo tredici combattimenti vittoriosi, a Nikolajewka il nemico notevolmente superiore in uomini e mezzi, fortemente sistemato su posizione vantaggiosa, deciso a non lasciar passare, resisteva ai numerosi, cruenti nostri tentativi. Intuito essere questione di vita o di morte per tutti, il Comandante nel momento critico, decisivo, si offre al gesto risolutivo. Alla testa di un manipolo di animosi, balza su un carro armato e si lancia leoninamente, nella furia della rabbiosa reazione nemica, sull'ostacolo, incitando con la voce e il gesto la colonna che, elettrizzata dall'esempio eroico, lo segue entusiasticamente a valanga coronando con una fulgida vittoria il successo della giornata ed il felice compimento del movimento. Esempio luminoso di generosa offerta, eletta coscienza di capo, eroico valore di soldato. Nikolajewka (fronte russo), agosto 1942-gennaio 1943.» |
Molti politici e scrittori ,soprattutto a sinistra , hanno voluto strumentalizzare e pontificare sulla tragica ritirata di Russia per quanto mi riguarda a me interessano solo i fatti e i fatti sono che gli italiani anche in Russia hanno stupito il mondo e fatto il loro dovere fino all'ultimo e dimostrandosi molto più coraggiosi e leali dei loro alleati teutonici .
Tutto il mondo si ricorda del tradimento italiano dell'8 settembre '43 ma forse sarebbe ora che qualcuno si ricordi di tutti i tradimenti che abbiamo subito noi italiani ,ma se continueremo la nostra guerra tra bande non sarà certo dallo straniero che otterremo il giusto riconoscimento per i nostri meriti.
Luca Tamburini
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lunedì 6 gennaio 2014
Italiani
Il mondo ci vuole morti ,l'Unione Europea ci vuole in ginocchio ma NOI siamo sempre in piedi.
Siamo noi i migliori ,coloro che ce la fanno contro ogni pronostico.
Siamo quelli che nel deserto , hanno fermato i carri armati inglesi a piedi con le bombe a mano, siamo quelli che a 50 gradi sotto zero, hanno sfondato le linee dell'armata rossa a piedi e con un solo carro armato, siamo quelli che ce la fanno sempre e comunque e nessuno ce lo perdona .
Avremo anche mille difetti ma noi italiani siamo unici e ahimè non abbiamo amici oltre i confini della Patria e non li abbiamo mai avuti .
Troppa è l'invidia verso di noi ,troppa la nostra superiorità rispetto agli altri , nessuno ci darà mai merito per il nostro lavoro e forse è ora che ce lo prendiamo perchè il baratro è più vicino di quel che sembra.
Perdiamo tempo a farci la guerra tra nord e sud o tra operai e commercianti senza renderci conto che il nostro comune nemico non è in Italia , ma a Bruxelles, Francoforte e Washington ; là ci sono i nostri aguzzini e loro sono il vero nemico ,noi italiani non abbiamo bisogno dell'Europa è l'Europa ad aver bisogno di noi , perchè senza i soldi dell'Italia l'Unione Europea crollerebbe come un castello di carte .
Siamo vittime di una truffa e i nostri capi come al solito sono complici di questa truffa .
Noi stiamo bene per conto nostro non abbiamo bisogno di nessuno e non ne abbiamo mai avuto bisogno ci serve solo tranquillità per lavorare e vivere senza la persecuzione degli strozzini europei.
Se vogliono i nostri soldi che se li vengano a prendere di persona se ne hanno il coraggio, perchè presto o tardi i servi del potere non riusciranno più ad incassare il vostro pizzo è solo questione di tempo , il conto alla rovescia è cominciato.
L'Unione Europea dev'essere distrutta !!
Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale
Siamo noi i migliori ,coloro che ce la fanno contro ogni pronostico.
Siamo quelli che nel deserto , hanno fermato i carri armati inglesi a piedi con le bombe a mano, siamo quelli che a 50 gradi sotto zero, hanno sfondato le linee dell'armata rossa a piedi e con un solo carro armato, siamo quelli che ce la fanno sempre e comunque e nessuno ce lo perdona .
Avremo anche mille difetti ma noi italiani siamo unici e ahimè non abbiamo amici oltre i confini della Patria e non li abbiamo mai avuti .
Troppa è l'invidia verso di noi ,troppa la nostra superiorità rispetto agli altri , nessuno ci darà mai merito per il nostro lavoro e forse è ora che ce lo prendiamo perchè il baratro è più vicino di quel che sembra.
Perdiamo tempo a farci la guerra tra nord e sud o tra operai e commercianti senza renderci conto che il nostro comune nemico non è in Italia , ma a Bruxelles, Francoforte e Washington ; là ci sono i nostri aguzzini e loro sono il vero nemico ,noi italiani non abbiamo bisogno dell'Europa è l'Europa ad aver bisogno di noi , perchè senza i soldi dell'Italia l'Unione Europea crollerebbe come un castello di carte .
Siamo vittime di una truffa e i nostri capi come al solito sono complici di questa truffa .
Noi stiamo bene per conto nostro non abbiamo bisogno di nessuno e non ne abbiamo mai avuto bisogno ci serve solo tranquillità per lavorare e vivere senza la persecuzione degli strozzini europei.
Se vogliono i nostri soldi che se li vengano a prendere di persona se ne hanno il coraggio, perchè presto o tardi i servi del potere non riusciranno più ad incassare il vostro pizzo è solo questione di tempo , il conto alla rovescia è cominciato.
L'Unione Europea dev'essere distrutta !!
Luca Tamburini
Movimento Sovranità Difesa Sociale
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