LA PATRIA (Dal Dizionario politico popolare, Torino 1851)
[La patria] è il paese dove siamo nati, dove fummo educati, dove riposano le ossa de' nostri padri, dove si annidano le nostre più care affezioni, col quale ci legano i rapporti della nostra vita e del nostro cuore. È la casa paterna, la siepe della cascina, la stoppia della capanna nativa, allargata alle mura dí una città; è la nazionalità concentrata in un municipio. L'amore di patria è l'amore della famiglia che s'aggruppa in fratellanza con tutte le famiglie di un paese, come s'aggruppano í caseggiati di una città; è l'amore nazionale che fa caro ogni spazio del territorio della nazione, come quello occupato dalla culla dove si è nati. O Italiani! la parola patria è parola specialmente italiana. Il secolo, anche nelle idee generose assai positivo, affibbia un significato di maggior momento ad altre parole: p.es., alla libertà. Ma nell'amor di patria, nell'antico significato italiano (romano) di questa parola, v'ha qualche cosa di più disinteressato che fa più sublime ogni sacrifizio per quell'idea. Il proletario che ha per casa la sua blusa sdrucita, e non possiede se non dopo morte cinque piedi della terra natale; il trovatello che non pure è privo di un palmo di terreno, ma non sa ove riposano le ossa de' suoi genitori, e se lo sapesse forse maledirebbe alla loro zolla; il proletario ed il trovatello sono ben sublimi quando amano la loro patria! L'amor della patria ha qualche cosa di simile a quello del fanciullo che strilla se si stacca dal seno materno, o del collegiale che abbandona la prima volta la casa del padre. L'amor della patria è fisico bene spesso e il povero alpigiano e il mozzo di Venezia,allontanandosi dal paese nativo, soffrono la nostalgia, dimagriscono, s'ammalano e muoiono talora di mal del paese o d'amor di patria. O italiani, ma per amarla davvero questa patria, conviene volerla libera, conviene amarne ogni cantone, come il cantuccio dove si è nati. È bello il dirsí genovese, veneziano, fiorentino, lombardo, piemontese, napolítano, siciliano, sardo, romano; ma è più bello dirsi italiano.
[La patria] è il paese dove siamo nati, dove fummo educati, dove riposano le ossa de' nostri padri, dove si annidano le nostre più care affezioni, col quale ci legano i rapporti della nostra vita e del nostro cuore. È la casa paterna, la siepe della cascina, la stoppia della capanna nativa, allargata alle mura dí una città; è la nazionalità concentrata in un municipio. L'amore di patria è l'amore della famiglia che s'aggruppa in fratellanza con tutte le famiglie di un paese, come s'aggruppano í caseggiati di una città; è l'amore nazionale che fa caro ogni spazio del territorio della nazione, come quello occupato dalla culla dove si è nati. O Italiani! la parola patria è parola specialmente italiana. Il secolo, anche nelle idee generose assai positivo, affibbia un significato di maggior momento ad altre parole: p.es., alla libertà. Ma nell'amor di patria, nell'antico significato italiano (romano) di questa parola, v'ha qualche cosa di più disinteressato che fa più sublime ogni sacrifizio per quell'idea. Il proletario che ha per casa la sua blusa sdrucita, e non possiede se non dopo morte cinque piedi della terra natale; il trovatello che non pure è privo di un palmo di terreno, ma non sa ove riposano le ossa de' suoi genitori, e se lo sapesse forse maledirebbe alla loro zolla; il proletario ed il trovatello sono ben sublimi quando amano la loro patria! L'amor della patria ha qualche cosa di simile a quello del fanciullo che strilla se si stacca dal seno materno, o del collegiale che abbandona la prima volta la casa del padre. L'amor della patria è fisico bene spesso e il povero alpigiano e il mozzo di Venezia,allontanandosi dal paese nativo, soffrono la nostalgia, dimagriscono, s'ammalano e muoiono talora di mal del paese o d'amor di patria. O italiani, ma per amarla davvero questa patria, conviene volerla libera, conviene amarne ogni cantone, come il cantuccio dove si è nati. È bello il dirsí genovese, veneziano, fiorentino, lombardo, piemontese, napolítano, siciliano, sardo, romano; ma è più bello dirsi italiano.
Luca Tamburini
Movimento Sovranità e Difesa Sociale
Nessun commento:
Posta un commento